L'Alpe di Naccio si trova lungo il crinale che delimita la sponda nord-occidentale del Lago Maggiore con le Centovalli.
È raggiungibile dai monti di Porta (Bassuno) lungo un sentiero largo e ben curato, oppure dai monti di Ronco S/A, località Porera. L’alpe di Naccio è pure raggiungibile salendo dalle Centovalli dal paesino di Rasa, attraverso una faggeta con esemplari di dimensioni maestose, alcuni dei quali raggiungono i quaranta metri di altezza.
L’alpe di Naccio, è rimasto abbandonato da circa una ventina di anni fa, quando l’ultimo alpigiano della Costa di Porta († Berta Borella Pacifico) aveva smesso di caricarlo. Di conseguenza niente più animali, una componente fondamentale per questo ambiente, ma unicamente località di svago e vacanza per quei residenti che hanno una casetta.
Dal 2016 la tradizione secolare dell’alpe è stata rinnovata grazie all’azienda Natur Konkret che ogni anno fa pascolare una trentina di mucche scozzesi.
Durante i mesi estivi, Naccio è pascolato sul versante prativo, oltre a ripopolare l’alpeggio, il pascolo di questa mandria assicurerebbe continuità al mantenimento dell’ambiente e del territorio, con attività quali lo sfalcio e il taglio degli arbusti infestanti, a salvaguardia delle biodiversità, ed alla lotta al dissesto idrogeologico.
Testimonianze raccontano che in passato la zona poteva disporre di una strada campestre utilizzata per il trasposto della legna e del carbone prodotto in loco nei “poiatt” i cui resti sono ancora visibili a cavallo con lo spartiacque delle Centovalli. Era pure usanza per le tre famiglie alpigiane che caricavano l’alpe di mandare a valle il fieno mediante fili a sbalzo.
Il nostro Patriziato ha pure ordinato l’iter progettuale per collegare l’alpe di Naccio con una nuova strada forestale, che parte dal terminale di quella proveniente da monti di Ronco s/Ascona. Lo scopo di questo collegamento è di valorizzare la faggeta sul versante Centovallino.
Dagli Statuti medievale di Brissago (secoli XIII-XIV) era statuito nel 1318-1320: Del pascolo vietato nei prati di Naccio e Morghegno, che nessuna bestia potrà pascolare nei prati da fieno di Naccio e di Morghegno dal primo maggio sino a S. Bartolomeo, pena la multa di 12 den. Per ogni infrazione.
Gli escursionisti amanti delle alte quote sanno quanto sia facile incontrare ruderi e vestigia di alpeggi ormai in disuso, e purtroppo questa caratteristica di abbandono si riscontra sulle nostre alpi in particolare sugli alpeggi di Arolgia, Avaiscia, Vojè, Vantarone, Painono, Morghegno e sull’alpe dei Laghetti che si trova a 1520 m.s.m. sul versante delle Centovalli.
Alpe di Naccio (1395 m s.l.m.)